Decreto "Crescita 2.0" sotto la lente
di Andrea Sicco
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ICT,
elemento indispensabile nella nostra vita quotidiana, in numerosi e
differenti settori, sia in ambito produttivo che per l'erogazione di
molteplici servizi. Malfunzionamenti, prolungate ed inaspettate
interruzioni, sono inconvenienti che possono e potranno creare danni, di natura
anche irreversibile, a qualunque tipologia di business. Per far
fronte ad esigenze di mercato sempre nuove ed arginare così fenomeni
di inefficienza, sono necessarie, per esempio, applicazioni studiate,
progettate e realizzate in maniera appropriata, infrastrutture
resistenti, architetture affidabili e servizi gestiti al fine di
assicurarne un'erogazione costante nel tempo. E' chiaro che per
garantire queste caratteristiche in una soluzione IT è quanto mai
necessario affidarsi a standard che indichino chiaramente approcci
professionali basati sul concetto fondamentale di miglior percorso
metodologico, consolidato a livello internazionale. Competenza
certificata, idee e valide proposte sono e dovranno essere ricette
fondamentali per far progredire la nostra regione e l'Italia intera.
A tal proposito, nel cosiddetto Decreto "Crescita 2.0", l'Agenzia per
l'Italia digitale predisporrà i vari progetti di "Smart Cities e
Communities" che stanno sorgendo nel Bel Paese. Il MIUR
(Ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca) ha lanciato
bandi di concorso rivolti ad aziende che, in collaborazione con le pubbliche
amministrazioni, propongano progetti in ambito di "Smart Cities".
A ottobre 2012, si è infatti concluso il primo bando dei concorsi
rivolto alle regioni del Sud Italia. In evidenza, nonché vincitori,
progetti per la telemedicina in ambienti ospedalieri, per la pubblica
amministrazione digitale, per l'uso sostenibile delle risorse idriche
ed energetiche. L'Agenzia porrà in essere una piattaforma in cui i
progetti migliori saranno adottati anche da pubbliche amministrazioni
presenti altrove, in diverse località geografiche.
Il decreto
affronta comunque, e per la prima volta in maniera sistematica, la
realtà digitale pur presentando numerose lacune. Scendendo nel
dettaglio, tanto per fare alcuni esempi, non c'è nulla a favore delle
PMI (Piccole e Medie Imprese), non c'è un vero e proprio incentivo
all'e-commerce e non è presente un supporto all'export dei prodotti
mediante servizi telematici. Inoltre, viene sottovaluta la spinta
iniziale per l'avvio di nuove e necessarie misure di eGovernment
proprio all'interno delle pubbliche amministrazioni locali con
relativo superamento delle inerzie, delle resistenze culturali e per
rendere effettivo l'aggiornamento delle competenze del personale. Per
facilitare il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, il governo
ipotizzerebbe di centralizzare le piattaforme quanto più possibile,
evitando che conseguenti oneri tecnologici ricadano inesorabilmente
sulle singole pubbliche amministrazioni locali.
Le misure adottate
per l'Agenda Digitale italiana, ad una prima analisi, risulterebbero
essere ancora incomplete, necessitando di un'integrazione mediante
ulteriori interventi di supporto con impiego di fondi pubblici.
1/11/2013 05:35:00 PM
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