"Ogni uomo, se lo decide, può essere lo scultore del proprio cervello..."
(Santiago Ramòn y Cajal)
di Andrea Sicco
L'informatico ed inventore Ray Kurzweil prevede che già in questo secolo saremo in grado di inviare messaggi elettronici e fotografie direttamente da cervello a cervello, conservandone copia ed eseguendone backup (salvataggio di sicurezza dei dati).
Le ricerche in tale ambito
(interfacciamento cervello-computer) procedono speditamente verso
ulteriori e nuovi risultati. Si sta lavorando alla comunicazione
cervello-cervello fra topi, fra umani e roditori e fra umani.
Nel 2013 Rajesh Rao, ricercatore
dell'Università di Washington, con procedimento non invasivo, riuscì a giocare ad un videogioco a distanza, controllando, con la
propria mente, il dito di una mano del collega Andrea Stocco presente
in un diverso laboratorio del medesimo campus universitario. Nel
dettaglio, un casco di elettrodi registrava l'attività cerebrale di
Rao e, mediante internet, inviava l'attività direttamente alla
cuffia di Stocco, nella quale un TMS installato (dispositivo per la
stimolazione magnetica transcranica) trasmetteva gli ordini di
movimento.
Nel febbraio 2016, un gruppo di
ricercatori dell'Università di Pittsburgh sperimentò un dispositivo ad elettrodi
inserito nella corteccia motoria del cervello di un paziente
tetraplegico per raccogliere gli ordini generati dal
suo cervello, per poi trasmetterli al meccanismo del suo braccio protesico, in grado di eseguire movimenti (afferrare, sollevare e spostare
oggetti).
Nell'ottobre 2016, un team diretto e
coordinato dal neuroscienziato ed ingegnere biomedico Robert Gaunt,
all'Università di Pittsburgh, fu in grado di far recuperare le
funzionalità sensoriali del tatto ad un paziente tetraplegico
mediante un braccio cibernetico collegato a microelettrodi impiantati
nella corteccia somatosensoriale e collegati alle dita dell'arto
artificiale. Nello specifico, quando un dito veniva toccato, i
sensori trasmettevano la sensazione di contatto sotto forma di
segnale elettrico alla zona della corteccia cerebrale responsabile
del senso del tatto in quel dito e ciò induceva, nel cervello del
paziente, una sensazione tattile del tutto simile a quella normale.
Con inizio negli anni '70 e con la
prima sperimentazione nel 2002 da parte di Kevin Warwick, (ingegnere esperto di robotica che si impiantò nell'avambraccio un
chip con matrice di cento elettrodi in grado di registrare l'attività
elettrica dei neuroni da trasferire ad un “computer trasformatore”
dei dati ricevuti, raccolti in ordini di movimento ed inviati ad un
braccio robotico situato dall'altra parte dell'Atlantico in grado di
riprodurli fedelmente) lo studio dei circuiti neurali con i relativi
schemi di attività, contemporaneamente al progresso della tecnologia
applicata al cervello umano, svilupperà sistemi di collegamento tra
materia cerebrale e macchina, sempre più avanzati ed interessanti,
aprendo così nuovi orizzonti nel panorama scientifico e tecnologico
dell'ingegneria biomedica.
11/18/2019 04:40:00 PM
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